Ciao Mondo,
oggi ti voglio proporre un quesito che mi assilla da anni, ovvero:
è meglio ESSERE o APPARIRE?
Per ESSERE intendo, vivere secondo ragione, secondo la logica poiché se è vero che: cogito ergo sum, allora un uomo quando vive senza utilizzare un cervello smette di essere, diviene un non essere, o per meglio capirci, un corpo senza cervello.
Per APPARIRE intendo l’uomo che si comporta senza seguire la propria logica ma seguendo il gregge, abbandonando di fatto il libero arbitrio per farsi trasportare dalla corrente.
Ora, posto che la civiltà in cui viviamo appartiene di fatto all’apparire, per comprendere meglio la scelta bisognerà ipotizzare che risultato si ottiene nel primo o secondo caso.
Nel caso scegliessimo di ESSERE, nella civiltà dell’apparire, automaticamente diventiamo la famigerata mosca bianca. Infatti, se smettiamo di occuparci delle mode e degli oggetti superflui che il mondo consumistico ci spinge a ricercare in ogni momento, perdiamo in definitiva gli agganci con la moltitudine delle persone che ci circondano, che improvvisamente ci appaiono vuote ed inconsistenti, poiché tronfie ed appartenenti al mondo materiale, non riescono a coltivare il mondo spirituale che invece diviene prima ragion d’essere dell’uomo che abbraccia l’essere.
Chi sceglie di APPARIRE nel mondo dell’apparire, troverà invece la felicità del mondo materiale. Si sentirà quindi estremamente soddisfatto dell’acquisto di un’auto o di un bel vestito, ma per contro, temerà sempre di perdere quegli oggetti materiali in cui ripone la propria felicità. Così come si sentirà perennemente inappagato poiché avrà sempre qualcosa da desiderare e quindi sarà per sempre schiavo dei suoi bisogni.
Chi sceglie di essere, invece, cerca di comprendere la propria natura, e accorgendosi della propria imperfezione e mortalità, non avendo bisogna del superfluo godrà come un bambino del poco che il mondo materiale gli concederà, e non desidererà altro che l’essenziale poiché è cosciente che tanto è inutile avere un impero economico, tanto primo o poi, è destinato a diventare polvere…nulla più!
Ora, dopo che per anni mi è sembrato quasi banale rispondere che è meglio essere piuttosto che apparire, ritengo che la risposta vera si debba trovare solo se si risponde ad un’altra domanda:
esiste o non esiste un essere divino creatore del tutto?
Che centra direte voi? Centra eccome, ed ora vi spiego perché.
SE non esiste alcun creatore (come nessun mondo spirituale oltre a quello materiale), se quindi non vi è alcun premio per il vivere secondo morale, sarebbe giusto vivere nell’apparire, poiché questo è l’unico mondo in cui dobbiamo vivere. Pertanto, abbracciando questo tesi, non esiste alcuna regola da seguire e quindi diventa giusto rubare, fottere il prossimo od uccidere per il proprio benessere materiale, visto che abbiamo una sola vita meglio viverla nel lusso, giusto?
SE invece esiste un essere supremo che premierà le brave persone, bisogna vivere in questo mondo secondo coscienza poiché chi si comporterà bene otterrà del bene. Allora si che le regole, od il vivere nell’essere, diventano fondamento e base dell’esistenza.
Posto che nessun essere umano può sapere con certezza se un Dio esiste oppure no, alla fin fine, spetta ad ognuno di noi sperarci o meno, e di conseguenza, vivere per ottenere un premio oppure giocare alla vita perseguendo i propri bisogni, come un animale qualsiasi.
Se quindi dovete decidere tra un Dio oppure no ricordatevi che chi crede in un Dio giusto vivrà nella speranza di un futuro migliore, mentre quelli che non credono nell’aldilà saranno per sempre spaventati dalla morte, vivranno cioè nella costante paura che presto o tardi non saranno più niente.
Cercando di arrivare ad una specie di conclusione, ritengo che ognuno di noi sia libero di scegliere, e che nessuno abbia il diritto di vantarsi sull’altro della propria scelta, poiché la risposta definitiva l’otterremo tutti quando la nera signora ci prenderà sotto la sua falce.
Se devo scegliere tra speranza o paura, tra essere o apparire, scelgo 7 giorni su 7 di ESSERE NELLA SPERANZA, che ci volete fare, mi rifiuto di credere che nell’universo in cui nessuna energia si crea o si distrugge (ma si trasforma in qualcos’altro) abbia come sola eccezione l’animo umano… sarebbe veramente triste, non credete?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento