Eccoci arrivati ad una nuova fase nella creazione di un testo per la pubblicazione.
In questo frangente si deve rileggere il racconto sottoposto alle modifiche dell'editing.
In poche parole bisogna analizzare le varie correzioni fatte per decidere se sono o meno adeguate al ritmo ed al contenuto della storia.
In pratica qui dovrebbe iniziare un tira e molla tra lo "scrittore" ed il correttore cosa che, nel caso di specie, non è avvenuto.
Se vi state chiedendo il perché la risposta è semplice: il Kikko nella sua profonda conoscenza del saper di non sapere si è completamente affidato alle professionali doti dell'editing.
Infatti qui si dovrebbe, secondo il mio modestissimo parere, iniziare ad affidarsi all'altrui bravura perché l'alternativa sarebbe solo una cazzata.
Pensateci bene, nessuno è in grado di giudicarsi con obbiettività.
Tutti noi siamo soggetti a "megalomania berlusconiana" quando ci dobbiamo recensire, per questo le case editrici da secoli hanno al loro interno correttori di bozza, editori e critici per supportare il lavoro creativo di un qualsiasi scrittore o umile scriba come il sottoscritto.
Adesso che questa fase di rilettura è passata, il manoscritto torna tra le mani della redazione per un'ultima fase di correzione.
Quindi, ancora una volta il buon Kikko deve aspettare speranzoso che a breve il manoscritto veda la luce.
Confesso che leggere il racconto dopo mesi mi ha colpito molto. A volte mi pareva di non essere stato io l'autore di alcuni passaggi, non perché non li ricordassi ma per un motivo molto più profondo e sconcertante. Vedete, mi era accaduto anche in fase di scrittura, ma spesso e volentieri la storia sembra mossa da vita propria come se io non avessi fatto altro che vederla e riportarla su carta.
Forse hanno ragione i neoplatonici, le opere già esistono in un qualche luogo metafisico a cui l'artista riesce ad arrivare.
Sia i personaggi nel loro modus parlandi sia alcune "idee" della storia sono apparsi su carta da soli, come un'invisibile mano che spingeva le mie dita sui tasti.
Forse questo capita solo agli scriba che, come il sottoscritto, sono succubi della propria immaginazione mentre i grandi scrittori sono quelli che mettono tutto di loro senza soccombere ad alcuna tentazione ultraterrena.
Comunque vada a finire questa esperienza mi ha davvero dato molto se non troppo.
L'emozione della storia che prende vita lettera dopo lettera, l'aver potuto scoprire il vastissimo mondo che gira dietro all'editoria sono emozioni ed informazioni che mi hanno arricchito, del resto non è questo il bello della vita?
Farci scoprire sempre novità e mondi che non potevamo neanche immaginare per questo consiglio a tutti di buttarsi sempre sulle proprie passioni se poi porteranno a niente o a tutto non importa, l'importante è sempre e solo provare, mettersi alla prova senza paura di cadere.
Osiamo gente, osiamo sempre con il sorriso sulle labbra, la legge morale dentro di noi ed il meraviglioso cielo stellato che ci sovrasta.
Fatti non foste per viver come bruti...
martedì 3 marzo 2015
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